Rapporto Aifos: Lavoro, Sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus

Rapporto Aifos: Lavoro, Sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus

Il virus ha messo in ginocchio il mondo intero e l’economia di molti stati. Questo grosso evento però ha messo in luce le debolezze di alcuni ambiti, tra cui la sicurezza sul lavoro, che con il tempo dovranno essere migliorate.

In merito a questo l’Associazione Italiana formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) ha realizzato una ricerca per capire come i vari professionisti della sicurezza sul lavoro hanno gestito la fase emergenziale. Il rapporto è intitolato “Lavoro, Sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus”.

La ricerca ha l’obiettivo di dare voce a coloro che operano nel campo della salute e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, per trovare anche degli spunti per rilanciare l’economia. Il Rapporto AiFOS è stato condotto tramite dei questionari anonimi, compilati dalle diverse figure lavorative: RSPP, ASPP, HSE manager, Consulenti, Formatori, Coordinatori di Cantiere e infine dai Medici competenti.

Temi del Rapporto

I temi trattati sono diversi:

  • Valutazione dei rischi, protocollo anticontagio, DPI e collaborazione soggetti sicurezza
  • Informazioni ai lavoratori
  • SmartWorking
  • Formazione salute e sicurezza in modalità e-learning e videoconferenza
  • Impressioni generali

In termini di Valutazione del Rischio nel 66% dei casi il DVR è stato integrato con un allegato relativo alle misure anti-contagio. Mentre solo nel 22% dei casi il DVR è stato totalmente modificato e aggiornato. Tutti questi dati mostrano una particolare attenzione da parte delle aziende verso le normative e le prescrizioni consigliate.

In materia di Formazione, nel 52% dei casi le attività formative sono state interrotte. Dove non si è fermata la formazione è stata condotta nel 70% in forma di Videoconferenza o nel 60% in modalità e-learning.

Questionario per RSPP. HSE Manager, Consulenti

Altri dati interessanti riguardano il ruolo del medico competente, in particolare nella collaborazione nella stesura del protocollo aziendale anti-contagio. Nel 68% dei casi il contributo del medico competente è stato ottimo-buono mentre nel 25% scarso e nel 7,22% è stato considerato nullo.

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