La nomina del preposto non esonera il datore di lavoro dalle responsabilità in caso di infortuni sul lavoro

La recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un importante principio in materia di sicurezza sul lavoro: la designazione di un preposto non solleva il datore di lavoro dalle proprie responsabilità in caso di infortuni, qualora le misure di prevenzione previste nel documento di valutazione dei rischi risultino inadeguate.

Il caso in esame riguarda un lavoratore che, durante le operazioni di casseratura in un cantiere edile, è stato colpito da una scheggia all’occhio sinistro mentre batteva un cuneo con un martello. Il datore di lavoro dell’impresa esecutrice è stato condannato in primo e secondo grado per non aver indicato nel piano operativo di sicurezza i rischi derivanti dalla proiezione di schegge, per non aver formato adeguatamente i lavoratori su tale rischio specifico e per non aver adottato misure di protezione idonee, come l’utilizzo di occhiali di sicurezza.

La difesa del datore di lavoro

La difesa del datore di lavoro ha sostenuto che, avendo nominato un preposto per la vigilanza nel cantiere, quest’ultimo avrebbe dovuto segnalare i rischi sorti durante le fasi di lavorazione e la necessità di modificare il piano operativo di sicurezza. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto tale tesi, ribadendo un consolidato principio: la designazione di un preposto non esonera il datore di lavoro dalle responsabilità, qualora le misure previste nel documento di valutazione dei rischi risultino inadeguate.

La sentenza sulla responsabilità del datore di lavoro

La sentenza sottolinea che il rischio concretizzatosi nell’infortunio non era legato a una contingenza della fase esecutiva, che avrebbe richiesto una modifica del piano, bensì a carenze iniziali nelle scelte del datore di lavoro nella valutazione dei rischi. Il piano operativo di sicurezza deve infatti contenere una valutazione completa dei rischi a cui sono esposti i lavoratori e le conseguenti misure di prevenzione e protezione.

Inoltre, la Corte ha evidenziato che il datore di lavoro non aveva adempiuto all’obbligo di informazione e formazione dei lavoratori, circostanza che lo rende responsabile a titolo di colpa specifica dell’infortunio, poiché è proprio attraverso tali adempimenti che i lavoratori vengono resi edotti dei rischi specifici a cui sono esposti.

L’importanza di una corretta valutazione dei rischi

La sentenza ribadisce l’importanza di una corretta valutazione dei rischi e dell’adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione, compiti che non possono essere delegati interamente al preposto, ma rimangono una responsabilità primaria del datore di lavoro. Quest’ultimo deve garantire un ambiente di lavoro sicuro, identificando tutti i potenziali pericoli e adottando le necessarie contromisure, anche attraverso la formazione e l’informazione dei lavoratori.

In conclusione, la nomina di un preposto non esime il datore di lavoro dalle proprie responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro. È fondamentale che il datore di lavoro svolga un ruolo attivo nella valutazione dei rischi e nell’adozione di misure di prevenzione adeguate, in modo da tutelare efficacemente la salute e la sicurezza dei lavoratori, evitando così il verificarsi di infortuni sul lavoro.

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Consenso

Consulteam - Consulnews - Consulenza sulla sicurezza e salute sul lavoro