La patente a crediti – Chiarimenti sul regime Sanzionatorio
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha fornito le prime indicazioni sulle sanzioni previste per la nuova “Patente a crediti” introdotta per il settore edile dall’art. 27 del D.Lgs. 81/2008. La Patente a crediti assegna inizialmente 30 punti a imprese e lavoratori autonomi operanti nei cantieri. Il punteggio, che deve rimanere sopra la soglia di 15 punti, può variare fino a 100 in base a determinati parametri. Per chi opera nei cantieri senza patente valida o con meno di 15 crediti, sono previste sanzioni amministrative pari al 10% del valore dei lavori (minimo 6.000€), l’esclusione da appalti pubblici per 6 mesi e il possibile blocco del cantiere.
I committenti e responsabili dei lavori devono verificare il possesso della patente da parte delle imprese esecutrici, pena sanzioni da 711 a 2.562€ soggette a diffida. Queste indicazioni attuano il nuovo regime sanzionatorio legato alla Patente a crediti, dopo i primi chiarimenti forniti dall’Ispettorato con la circolare n.4/2024. Lo scopo è qualificare e responsabilizzare imprese e lavoratori autonomi nell’edilizia in materia di sicurezza.
Proposto, cosa succede quando si sovrappongo due figure?
Il preposto è colui che, in base alle proprie competenze e ai poteri gerarchici e funzionali, sovrintende all’attività lavorativa garantendone la corretta esecuzione. Possono esistere più livelli di preposizione, determinati dalla ripartizione organizzativa aziendale. Le responsabilità del preposto vanno valutate caso per caso, in base ai suoi effettivi poteri e agli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/2008. La qualifica di preposto viene desunta da elementi come l’organigramma, le funzioni svolte, la capacità di impartire direttive ai lavoratori.
Recentemente 2 sentenze su infortuni hanno dimostrato le differenti responsabilità tra i preposti: In un caso di incidente mortale in un ambiente confinato il caposquadra sottoposto aveva omesso di dare disposizione solo perché non le aveva ricevete dal capocantiere. Nel secondo caso invece, la responsabilità dell’infortunio occorso durante un lavoro in quota è stata attribuita a entrambi i preposti per non aver verificato le norme antifortunistiche.
Quanto Costa una malattia professionale? Il rapporto tra ergonomia ed economia
L’ergonomia, oltre ad avere implicazioni sulla salute e sicurezza dei lavoratori, riveste un’importanza economica cruciale per le aziende. In Italia, la gestione di una singola malattia professionale può comportare costi annui tra i 20.000 e i 40.000 euro, considerando spese mediche, sanzioni, incrementi dei premi INAIL, perdita di produttività e necessità di riprogettazione. Questi sono però solo i costi diretti, a cui si aggiungono quelli indiretti come il tempo amministrativo, la formazione di nuovo personale e il danno d’immagine.
Per quantificare l’impatto economico delle malattie professionali, l’US-OSHA ha sviluppato uno strumento che stima i costi diretti e indiretti e calcola l’aumento delle vendite necessario per coprirli. Sebbene basato su dati statunitensi, questo modello è applicabile anche in Europa. Investire nella prevenzione e nell’ergonomia non solo tutela la salute dei lavoratori, ma si traduce in un significativo risparmio economico per le aziende, evitando gli ingenti costi diretti e indiretti associati alle malattie professionali. Conoscere l’impatto reale di questi aspetti è fondamentale per una gestione aziendale sostenibile ed efficiente.