Una delle domande più comuni nell’ambito della sicurezza sul lavoro nel web è proprio «Quanto viene pagato il lavoratore dopo un infortunio sul lavoro?» e allora perché non rispondere a questa curiosità nel nostro solito modo?
Cosa si intende per infortunio sul lavoro?
Sembra banale ma è necessario dare delle definizioni sul lessico per delineare le differenze tra gli infortuni durante l’attività lavorativa dal resto.
Per infortunio sul lavoro si intende «qualsiasi lesione originata durante il lavoro da causa violenta che determini la morte del lavoratore o ne menomi parzialmente o totalmente la capacità lavorativa». Il danno però richiede che vi sia una relazione causale tra il lavoro e il verificarsi del rischio che genera l’infortunio.
Malattia professionale
La malattia professionale è una qualsiasi patologia che il lavoratore contrae in occasione dello svolgimento dell’attività lavorativa e che é dovuta all’esposizione nel tempo a dei fattori presenti nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. Un chiaro esempio è la silicosi che è una cicatrizzazione dei polmoni causata dall’inalazione della polvere di silice o asbestosi qualora la polvere sia asbesto, più noto come amianto.
Infortunio in Itinere
Infine, l’infortunio in itinere è quel danno o lesione che avviene nel tragitto tra il proprio domicilio e il luogo di lavoro. In questo caso l’infortunio viene regolato in maniera differente.
La copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro
Il Testo Unico n. 1124 del 1965 e le successive integrazioni hanno previsto una precisa tutela di tutti i lavoratori. In particolare, il documento ha introdotto l’obbligo di stipulare con l’INAIL una assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali per tutti i lavoratori. Quindi, la copertura assicurativa è obbligatoria.
Il Datore di lavoro paga un premio sulla base della retribuzione erogata al dipendente e al tasso di tariffa corrispondente alla lavorazione esercitata.
L’infortunio è sempre risarcito?
La risposta, salvo casi eccezionali, è Sì.
Uno dei casi eccezionali dove il risarcimento non è dovuto si presenta quando il lavoratore si lesiona durante una prestazione non richiesta o non prevista. Infatti, i Datori di Lavoro sono responsabili quando la prestazione esercitata è richiesta e fa parte del lavoro. In questi casi non ha importanza la presenza o meno di attrezzature necessarie a tutelare la salute psico-fisica del lavoratore.
Il risarcimento del lavoratore
Se vi state chiedendo «Quanto viene pagato il lavoratore durante l’infortunio sul lavoro?» ecco a voi la risposta. Il lavoratore percepisce regolarmente:
- La retribuzione dal Datore di Lavoro:
- Al 100% nel giorno in cui è avvenuto l’incidente, quindi l’intera giornata lavorativa;
- Al 60% per i tre giorni successivi, salvo diverse disposizioni contenute nei CCNL.
- Un‘indennità dall’INAIL dal quarto giorno alla conclusione dell’infortunio pari a:
- al 60% della retribuzione fino al 90° giorno di infortunio;
- al 75% della retribuzione media giornaliera dal 91° giorni fino alla guarigione.
Il pagamento dell’indennità dell’INAIL comprende gli eventuali giorni festivi che sono anticipati dal datore di lavoro nella prima busta paga.
Quando viene risarcito il lavoratore infortunato?
In media per il lavoratore non ci sono ritardi nei pagamenti, dato che per il periodo in cui il soggetto è infortunato riceverà l’indennità direttamente nella busta paga, in quanto è il datore di lavoro a doverla anticipare per poi richiedere il rimborso all’Inail.
Come viene risarcito il lavoratore?
Il pagamento dall’Inail al lavoratore può avvenire in diverse modalità:
- Assegno circolare o vaglia postale per importi inferiori ai 1.000 euro;
- Accredito su c/c bancario o postale obbligatorio se l’importo supera i 1.000 euro;
- Accredito su libretto di deposito nominativo bancario o postale, obbligatorio per importi superiori ai 1.000 euro;
- Carta prepagata dotata di codice IBAN.
Se la colpa è del lavoratore, non ha diritto alla tutela Inail?
Nel caso in cui la causa dell’infortunio provenga da un comportamento colposo del lavoratore, tra cui la violazione dell’obbligo all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI), non comporta di per sé l’esclusione dell’operatività della tutela prevista dall’assicurazione gestita dall’Inail.
Il comportamento colpo del lavoratore può però ridurre o addirittura escludere la responsabilità del Datore di Lavoro, alleviando l’obbligo di risarcimento nei suoi confronti.
Infortunio sul Lavoro mortale: cosa succede?
Nel caso peggiore, in cui l’infortunio ha un’entità tale da segnare il decesso di un lavoratore l’Inail si fa carico della rendita ai superstiti, ovvero: coniuge o parte di unione civili, figli e qualora mancassero queste figure la rendita è di diritto ai genitori, fratelli e sorelle.
La rendita è calcolata sulla base della retribuzione massima convenzionale del settore industria, che nel 2022 ammonta a 32.405,10€ e viene spartita per il:
- 50% per coniuge o parte di unione civile;
- 20% a ciascun figlio;
- 40% a ciascun figlio orfano di entrambi i genitori o figlio di genitore divorziato;
- 20% a ciascun genitore naturale o adottivo e ciascuno dei fratelli o sorelle.
In qualsiasi caso, la somma non può superare il 100%. In caso di morte da infortunio l’Inps riconosce ai superstiti anche un’anticipazione della rendita pari a tre mensilità della rendita annua calcolata sul minimale retributivo di legge, 17.448,90€ nel 2022.
Infine, per contribuire alle spese per il funerale spetta il cosiddetto assegno funerario dell’importo di 10.542,45€ netto.
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- Sicurezza sul lavoro: tutto quello che bisogna sapere.
- Corso sulla Sicurezza sul Lavoro: tutto quello che bisogna sapere
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