Il tema della plastica da riciclare è diventato ormai normalità, vista anche l’attenzione normativa verso le SUP, ma un dubbio che ha colpito tutti almeno una volta è: In quale percentuale i rifiuti plastici vengono riciclati? L’opinione pubblica ha sempre sminuito l’importanza della raccolta differenziata perché si pensava che solo una piccola percentuale di questi rifiuti venissero riciclati e il resto veniva scaricato altrove. In realtà questa convinzione è sbagliata.
Plastica da riciclare – L’Italia al secondo posto
Il fabbisogno di plastica da riciclare e rigenerare in Italia è talmente elevato da rendere vicino allo zero il materiale che sfugge alla raccolta e selezione. Dalle analisi di Plastic Consult e dell’Assorimap – l’associazione delle imprese che rigenerano le materie plastiche – denotano che l’industria italiana è seconda al mondo dopo quella tedesca in quanto “fame” di plastica da riciclare. Inoltre, la domanda è così alta che le raccolte differenziate dei cittadini e le raccolte industriali non sono sufficienti a colmare il fabbisogno portando quindi le aziende ad importare il 12% dall’estero.
Ma perché la domanda di plastica da riciclare è così alta?
Altri dati del rapporto dell’Assorimap e di Plastic Consultant sul riciclo meccanico delle plastiche mostrano quanto il riciclo stia diventando una tendenza sempre più ricercata dalle aziende. Il fenomeno sociale, normativo e specialmente di marketing spinge le aziende a ricorrere alla plastica riciclata. Un qualunque prodotto realizzato con materiali rigenerati è più attrattivo per i consumatori e offrono valore aggiuntivo alle aziende. Inoltre, i prezzi delle materiali prime sono privativi perciò il ricorso a materiali riciclati è una scelta anche economica. Seppur il riciclo sale del 17% a 800mila tonnellate, la domanda di plastica è molto più elevata di quella che viene raccolta. Il 40% della plastica riciclata viene utilizzata per produrre nuovi imballaggi, ma grazie al bonus 110% sull’efficienza energetica, il 50% della plastica riciclata viene utilizzata nell’edilizia.
Da dove proviene la plastica riciclata?
Il 70% arriva dalle raccolte differenziate pubbliche, quelle che coinvolgono i cittadini. Il 20% della plastica viene dalle raccolte private commerciali e industriali, come le cassette della frutta dei mercati, i teli agricoli, la pellicola trasparente che avvolge i prodotti sui pallet industriali e così via. Il 50% è formato da polietilene, il PET delle bottiglie rappresenta il 25% del totale. La modalità di riciclo più utilizzata è il riciclo meccanico, in cui le materie plastiche vengono suddivise fra i diversi polimeri, vengono triturare e riportate a frammenti minutissimi adatti a essere riutilizzati nei macchinari di produzione di beni finiti. Attualmente sembrano esserci 350 aziende nella filiera del riciclo meccanico, di cui 200 attive nel riciclo meccanico e in resto nell’indotto.
Evoluzioni fute delle imprese
La tendenza che si osserva nel settore è l’integrazione verticale in cui i grandi operatori di servizi pubblici ambientali, tra cui Hera, A2A e Iren, acquisiscono aziende di riciclo e di tecnologie e allargano l’attività dalla raccolta differenziata al mercato dei prodotti finiti di plastica riciclata. Nel Nord Ovest, in particolare in Lombardia, si concentrano la maggior parte degli impianti di riciclo meccanico censiti (oltre il 40% del totale). Segue poi il Nord Est con poco più del 25% mentre nel Sud e nelle isole, la percentuale si attesta al 20% e solo al 10% nel Centro Italia. Il riciclo della plastica rappresenta è un’eccellenza italiana che occorre tutelare più di quanto sia avvenuto con il Pnrr.
Con dei giusti innesti normativi e un attenzione superiore da parte di tutti i singoli il riciclo della plastica può diventare veramente una risorsa di eccellenza per il nostro Paese specialmente in vista dei prossimi anni dove la transizione ecologica dovrà accelerare.
