Con l’arrivo dell’estate e del caldo i lavoratori saranno esposti ai rischi da temperature elevate. Il surriscaldamento globale ma il caldo è sempre stato un “pericolo” per i lavoratori, specialmente nei cantieri. In Italia, la conseguenza diretta dell’aumento delle temperature estive sarà l’aumento delle ondate di calore.

Anche se non sembra l’aumento della frequenza e intensità di episodi di ondate di calore favorisce, e peggiorerà sempre di più, una crescita dei decessi tra i lavoratori più esposti, specialmente nei cantieri e nelle opere pubbliche.

Rischi da temperature elevate: i rischi del caldo per la salute sul lavoro
Rischi da temperature elevate: i rischi del caldo per la salute sul lavoro

Il rischi da temperature elevate: gli effetti del caldo

Recentemente il documento dell’AUSL Toscana ricorda che sono diverse le evidenze scientifiche relative agli effetti a breve termine sulla salute delle persone esposte alle ondate di calore. Le ondate di calore sono momenti dove si verifica una temperatura superiore alla media. Gli effetti negativi si presentano quando la temperatura supera un limite definito “valore soglia, che varia a seconda della popolazione, dovuta alla sua suscettibilità e della capacità di adattamento alle condizioni climatiche.

La relazione che lega la temperatura e la mortalità non è lineare: «il minimo della mortalità si osserva a temperature moderate, mentre incrementi della mortalità giornaliera si osservano quando le temperature aumentano e diminuiscono rispetto al valore minimo di mortalità definito “punto di svolta” o “valore soglia”».

Fattori di rischio

La popolazione più vulnerabile viene indicata in funzione di vari fattori:

  • Il livello di esposizione: incide molto l’intensità e la durata dell’esposizione;
  • Il grado di suscettibilità dell’individuo: come lo stato di salute, caratteristiche socio-demografiche e ambientali;
  • La capacità di adattamento sia a livello personale che di contesto sociale e ambientale: percezione del rischio e la disponibilità di risorse.

Invece, la perdita di calore con l’ambiente circostante avviene con:

  • Radiazione mediante l’emissione di onde elettromagnetiche, nel campo dell’infrarosso;
  • Convenzione mediante lo scambio di aria e acqua dalla superficie cutanea;
  • Conduzione tramite il contatto diretto con oggetti più freddi;
  • evaporazione di acqua prodotta dalle ghiandole sudoripare che ricoprono la superficie cutanea.

In particola la conduzione, evaporazione e convenzione richiedono la presenza di un gradiente termico, di una differenza di temperatura tra l’ambiente e la superficie mentre il processo di evaporazione richiede un gradiente di vapore acqueo. Quando questi meccanismi sono insufficienti per assicurare un’adeguata dispersione di calore la temperatura corporea interna aumenta, sovraccaricando il sistema cardiovascolare.

In queste situazioni il centro termoregolatore del sistema nervoso centrale attiva una vasodilatazione cutanea con conseguente aumento di volume del circolo ematico cutaneo e una maggior produzione di sudore. Infatti quando la temperatura esterna è maggiore di quella della pelle l’unico meccanismo disponibile per il controllo della perdita di calore è l’evaporazione attraverso la sudorazione. Tuttavia vi sono fattori, come l’umidità e l’assenza di correnti d’aria o l’uso di particolari farmaci che possono modificare questo tipo di risposta. Una risposta alterata può determinare un incremento della temperatura corporea con rischio di danni diretti o indiretti.

I rischi da temperature elevate: I soggetti più vulnerabili

Il documento poi compie un’ampia argomentazione riguardo la vulnerabilità.

Lo stato di salute delle persone con malattie croniche

L’eccesso di calore conduce alla morte in modo indiretto quando pre-esistenti condizioni patologiche impediscono di beneficiare dei meccanismi compensativi della termoregolazione. I pazienti in questo caso possono avere cardiopatia ischemica, scompensi cardiaci congestizi cronici, aritmie cardiache, insufficienze renale, diabete. Inoltre anche coloro che assumono bevande alcoliche, oppiacei, psicostimolanti, oppure le persone obese sono maggiormente vulnerabili ai rischi dall’elevata temperatura.

Lo stato di salute che fanno uso di farmaci

In base ai meccanismi con cui i farmaci interferiscono con gli effetti del caldo, possono essere individuate diverse categorie di farmaci che aggravano gli effetti sulla salute. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha predisposto nel tempo diversi documenti e guide per evitare spiacevoli inconvenienti con i farmaci in situazioni di temperature elevate.

I rischi da temperature elevate: colpo di calore, disidratazione e sintomi minori

Il documento poi si sofferma sui i rischi da temperature elevate come il colpo di calore, disidratazione e sintomi minori.

Le patologie da temperature elevate: Colpo di Calore

Il colpo di calore si manifesta con un’ampia gradazione di segni e sintomi a seconda della gravità della condizione. Ad esempio alcuni sintomi sono: debolezza, nausea, vomito, cefalea, “pelle d’oca” al torace e agli arti superiori, brividi, iperpnea, crampi muscolari e andatura instabile. Se il quadro clinico progredisce si manifestano alterazioni della coscienza di diversa intensità quali stato d’ansia, stato confusionale, delirio, sincope, coma. Inoltre la temperatura corporea sale sopra i 40°C ed è seguita da una sindrome pluriorgano che può condurre a morte.

Per fornire qualche principio di terapia si indica che oltre che curare la disidratazione, è necessario raffreddare l’organismo nel modo più fisiologico ed efficace possibile. Non è consigliata, però, l’esposizione ad acqua fredda perché comporta una brusca vasocostrizione e, quindi, richiede un costante monitoraggio. È, invece, preferibile il raffreddamento per evaporazione, che si ottiene bagnando il corpo o avvolgendolo in teli di cotone bagnato e, successivamente, esponendolo a flussi di aria calda come quella che esce da un asciugacapelli a basso regime”.

Le patologie da temperature elevate: Disidratazione

La disidratazione avviene in seguito a profuse perdite idriche, in genere dovute a sudorazione e iperventilazione. In assenza di adeguato reintegro si manifesta con i sintomi, specie cardiocircolatori e neurologici, ma il suo tempestivo riconoscimento presuppone la conoscenza di alcuni parametri vitali di base, in particolare della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa abituali. Chiaramente in presenza di segni e sintomi compatibili occorre stimolare subito il paziente a bere in abbondanza.

Le patologie da temperature elevate: Sintomi minori

Veniamo ai sintomi minori:

  • Crampi: causati da uno squilibrio elettrolitico, dovuta alla perdita di liquidi, si verificano in persone che svolgono attività fisica senza reintegrare a sufficienza i liquidi persi con la sudorazione.
  • Stress da calore: causato da un collasso dei vasi periferici con un insufficiente apporto di sangue al cervello e si manifesta con un senso di leggero disorientamento, malessere generale, debolezza, nausea, vomito, cefalea, tachicardia ed ipotensione, confusione e irritabilità. La temperatura corporea può essere leggermente elevata ed è comunemente è presente una forte sudorazione. Se lo stress da calore non viene diagnosticato e trattato immediatamente, può progredire fino al colpo di calore.
  • Lipotimia, o collasso da calore: improvvisa perdita della coscienza da calo di pressione arteriosa dovuto al sequestro di sangue nelle zone periferiche con conseguente diminuzione dell’apporto di sangue al cervello. Lo svenimento può essere prevenuto se, ai primi sintomi, quali vertigini, sudore freddo, offuscamento visivo o secchezza delle fauci, si fa assumere al paziente una posizione distesa con le gambe sollevate rispetto al cuore.

La Prevenzione: I compiti dei diversi soggetti

Quali DPI indossare?

Il datore di lavoro deve mettere a disposizione dei lavoratori i seguenti dispositivi di protezione individuale:

  • cappelli a tesa larga e circolare per la protezione di capo, orecchie, naso e collo;
  • occhiali per protezione dai raggi solari;
  • abiti leggeri di colore chiaro e di tessuto traspirante (cotone);
  • abiti ad alta visibilità in cotone;
  • scarpe di sicurezza/protezione di modello estivo;
  • creme protettive solari [UV].

I compiti del datore di lavoro

Nella DVR deve essere valutato il rischio da ondata di calore, con le adeguate previsioni di modalità di eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze.

Nel POS prevedere le misure specifiche in base al periodo di lavorazione, tipologia di lavori, organizzazione del cantiere, anche in relazione alle misure previste nel PSC;

Informazione e formazione dei lavoratori:

  • sui possibili problemi di salute causati dal calore, sintomi del colpo di calore
  • misure di prevenzione previste dal DVR, PSC, POS;
  • utilizzo dei DPI;
  • specifica formazione per gli addetti al Pronto soccorso aziendale e di cantiere.

I compiti del Medico Competente

  • Valutazione stato di salute e terapie in corso;
  • Partecipazione alla VDR ed alla stesura delle misure di prevenzione protezione e dpi necessari;
  • Identificazione di malattie come cardiopatie, malattie renali, diabete, obesità, BPCO e di abitudini voluttuarie che possono ridurre anche drasticamente la resistenza dell’individuo all’esposizione a calore;
  • Espressione di giudizio di idoneità con indicazioni al lavoratore e al datore di lavoro sulle possibilità di poter sostenere l’esposizione a temperature elevate e specifiche indicazioni sull’essere impiegati in attività con contenuto fisico limitato ed eventuale indicazione su numero e durata delle pause.

I compiti del RLS

  • Deve essere consultato preventivamente e tempestivamente in ordine alla valutazione dei rischi, alla individuazione, programmazione, realizzazione e verifica della prevenzione nella azienda o unità produttiva;
  • Riceve le informazioni e la documentazione aziendale inerente alla valutazione dei rischi e le misure di prevenzione relative;
  • Promuove l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l’integrità fisica dei lavoratori;
  • Fa proposte in merito alla attività di prevenzione;
  • Può fare ricorso alle autorità competenti qualora ritenga che le misure di prevenzione e protezione dai rischi adottate dal datore di lavoro o dai dirigenti e i mezzi impiegati per attuarle non siano idonei a garantire la sicurezza e la salute durante il lavoro.

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